QUESTIONI SOCIALI IN RACCOLTA FIRME Legge di iniziativa popolare

“Introduzione dell’insegnamento dell’Educazione alimentare, ambientale e agli stili di vita sani nelle scuole, enti di istruzione e formazione di Forze Armate, Forze di Polizia e di pubblico soccorso"

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Data apertura

28 maggio 2025

Scadenza

28 febbraio 2026

Sostenitori

3.484

Quorum

50.000

Nota bene: le firme visualizzate qui si riferiscono esclusivamente a quelle raccolte online; il quorum finale si raggiunge sommando queste a quelle tradizionali. Qui sono aggiornate una volta al giorno.

Descrizione

Firma per un’Italia che cresce consapevole e sana! A scuola si coltiva salute, rispetto, futuro. Serve un’educazione integrata che metta al centro la persona, il cibo, l’ambiente e la qualità della vita. Per questo nasce la proposta di legge di iniziativa popolare che introduce, in tutte le scuole, università e accademie militari, l’insegnamento obbligatorio di: Educazione Alimentare, degli Stili di Vita Sani e Sostenibilità Ambientale. Tre ambiti fondamentali, un’unica missione: formare cittadini consapevoli. - L’Educazione Alimentare insegna a scegliere il cibo con intelligenza, a conoscere la dieta mediterranea, a prevenire disturbi alimentari, obesità e malattie croniche. - L’Educazione alla Sostenibilità Ambientale rafforza la consapevolezza ecologica, promuove pratiche sostenibili e rispetto per la biodiversità. - L’Educazione agli Stili di Vita Sani stimola l’attività fisica, il benessere mentale e relazionale, la responsabilità verso sé e gli altri. È un investimento nella salute pubblica, nella cultura del cibo, nell’equilibrio tra persona e pianeta. Questa legge non è solo prevenzione sanitaria: è cultura, è sostenibilità, è dignità, è sviluppo economico. Riscopre la tradizione alimentare italiana e la proietta nel futuro, sostenendo anche le filiere locali e l’economia dei territori. Diffondere la cultura della prevenzione si da piccoli, migliora la vita e rende il sistema più sostenibile Firma, condividi, sostieni. Il futuro comincia da ciò che insegniamo.

Timeline sostenitori

Quesito

PROPOSTA DI LEGGE

D’iniziativa POPOLARE

“Introduzione dell’insegnamento dell’Educazione alimentare, ambientale e agli stili di vita sani nelle scuole, enti di istruzione e formazione di Forze Armate, Forze di Polizia e di pubblico soccorso” Signori Onorevoli e Senatori,

Le rilevazioni effettuate negli ultimi anni indicano quanto siano rilevanti i problemi legati a cattive abitudini alimentari e alla pratica di stili di vita poco sani, soprattutto nella popolazione giovanile. Negli ultimi decenni si è verificato un allarmante aumento del numero di giovani in sovrappeso o con problemi di obesità, così come una crescita diffusione dei disturbi del comportamento alimentare, quali anoressia, bulimia e alimentazione incontrollata (binge eating). Inoltre, l'incidenza delle tossinfezioni alimentari, che si verificano con frequenza elevata soprattutto in ambito domestico, non deve essere sottovalutata. Questa situazione allarmante può essere contenuta solo attraverso un’efficace azione preventiva, che includa un’adeguata educazione alimentare, agli stili di vita e alla sostenibilità ambientale. Con questa consapevolezza, il MIUR (oggi diviso in MIM e MUR), il MIPAAF (oggi MASAF) e il Ministero della Salute collaborano da tempo per attuare specifici interventi volti a promuovere nelle scuole una vera cultura del benessere fisico e mentale. Nell’ambito della promozione di sani stili di vita, il progetto europeo “Frutta e verdura nelle scuole”, attivo in Italia dal 2009/2010, mira a incentivare il consumo di prodotti freschi tra i bambini, migliorandone le abitudini alimentari. Coordinato oggi dal MASAF con il supporto di vari ministeri e enti locali, rappresenta un’iniziativa educativa importante per la salute alimentare in età scolare. Nonostante numerose iniziative, i risultati ottenuti sono inferiori alle aspettative. Nel 2023, il 19% dei bambini italiani è in sovrappeso e quasi il 10% obeso, con un’incidenza maggiore nel Sud, e i miglioramenti rispetto al 2008 sono minimi. L’Italia mantiene tra i più alti tassi europei di eccesso ponderale infantile, rappresentando un’emergenza sanitaria con forti conseguenze sociali ed economiche. Le cause principali sono cattive abitudini alimentari e scarsa attività fisica: molti bambini saltano o consumano male la colazione, fanno merende abbondanti, mangiano poca frutta e verdura e consumano dolci frequentemente. Inoltre, una parte significativa non pratica attività fisica regolarmente e passa molto tempo davanti agli schermi. La percezione dei genitori è spesso errata, con molte madri che non riconoscono il sovrappeso del figlio e sopravvalutano la sua attività fisica. Sempre a proposito del sistema di sorveglianza “OKkio alla SALUTE”, è importante osservare come l‘intervento proposto costituisca un efficace collegamento con l’ambiente lavorativo, con auspicabili sollecitazioni sulla componente genitoriale, rispetto al quale il D.Lgs. 81/2008, illustrando compiti e responsabilità̀ del medico competente, include la collaborazione alla attuazione e alla valorizzazione di programmi volontari di promozione della salute secondo i principi della responsabilità̀ sociale. In questo senso, i discenti – anche minorenni – delle scuole in argomento, possono considerarsi assimilati a lavoratori, atteso il peculiare inquadramento. In particolare, l’art. 11, comma 1, lett. c), D.Lgs. 81/2008 prevede il finanziamento, da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, previo trasferimento delle necessarie risorse da parte del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Anche i dati HBSC 2022, relativi a preadolescenti e adolescenti, confermano la crescente diffusione di sovrappeso e obesità, passati dal 21% nel 2018 al 23%, con percentuali più elevate nei ragazzi (27%) rispetto alle ragazze (17%). Lo studio, condotto con l’OMS, segnala inoltre un aumento delle abitudini alimentari scorrette, come l’elevato consumo di dolci e bevande zuccherate, mentre solo il 38% dei giovani consuma quotidianamente frutta o verdura, con un calo progressivo legato all’età. Secondo i dati PASSI 2022-2023, il 46,3% degli adulti italiani tra i 18 e i 69 anni è in eccesso di peso: il 34,6% in sovrappeso e l’11,8% obeso. Tuttavia, la percezione del problema è spesso distorta: meno della metà dei sovrappeso e oltre il 10% degli obesi ritengono il proprio peso adeguato, con le donne generalmente più consapevoli degli uomini. Nonostante la gravità della situazione, l’attenzione dei medici è scarsa e in calo, con meno della metà dei soggetti in eccesso ponderale che ricevono indicazioni per perdere peso. Oltre a sovrappeso e obesità, l’educazione alimentare deve affrontare anche i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), come anoressia, bulimia e binge eating, che rappresentano un'emergenza sanitaria in crescita. In Italia oltre 3 milioni di persone ne soffrono, con esordi sempre più precoci, anche tra bambini di 8-9 anni. La pandemia ha aggravato il fenomeno, aumentando i casi del 30-35%. Data la diffusione e la complessità dei DNA, è fondamentale promuovere interventi educativi precoci per favorire sani stili di vita fin dall’infanzia. Un’efficace educazione alimentare deve includere anche la prevenzione delle tossinfezioni alimentari, spesso trascurata. La scarsa conoscenza delle corrette pratiche di igiene, conservazione, manipolazione e cottura degli alimenti contribuisce al problema. Nel 2023, in Italia si sono registrati 171 focolai epidemici alimentari con 1.271 casi, 349 ospedalizzazioni e 3 decessi, principalmente causati da Salmonella, norovirus e Listeria. Preoccupa il trend in crescita dal 2014 al 2023, aggravato dal fatto che molti casi domestici non vengono segnalati, soprattutto se i sintomi sono lievi. Dal secondo dopoguerra a oggi, i cambiamenti socio-economici hanno portato a un graduale abbandono della dieta mediterranea a favore di modelli alimentari meno salutari, simili a quelli americani. Se negli anni ’60-’70 l’aumento del benessere aveva risolto le carenze nutritive, oggi si assiste al problema opposto: eccessi e squilibri alimentari favoriscono l’insorgenza di malattie croniche, rappresentando una crescente emergenza sanitaria e sociale. Negli ultimi anni, complice l’influenza della pubblicità e il cambio generazionale, i giovani si sono progressivamente allontanati dalla cultura alimentare tradizionale italiana, un tempo modello della dieta mediterranea. Riconosciuta nel 2010 dall'UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità, la dieta mediterranea è apprezzata non solo per i benefici nutrizionali, ma anche per il suo valore culturale, sociale e ambientale, promuovendo convivialità, rispetto per il territorio e le tradizioni locali. Non c’è dubbio, come confermato da esperti e dalla Società Italiana di Nutrizione Umana ed esperti riconosciuti come il professor Giorgio Calabrese, che una nutrizione equilibrata, un’adeguata attività fisica e una buona vita sociale siano fondamentali per la salute, al pari di un farmaco. Per questo, l’Italia deve riscoprire il suo ruolo di patria della dieta mediterranea, promuovendone i modelli virtuosi sia internamente che all’estero. Mai come oggi, i progressi compiuti in campo medico e della nutrizione, insieme all’evoluzione delle tecniche agronomiche sostenibili e delle tecnologie di produzione e conservazione degli alimenti, permettono di ridare forza ai valori della miglior tradizione italiana, attraverso un’azione non soltanto informativa, ma profondamente educativa, che riavvicini i giovani e la popolazione tutta a quei modelli di salute che si vanno via via perdendo. Le Istituzioni italiane si muovono seguendo questo indirizzo da tempo. Il 27 luglio 2022, con l’Accordo Stato-Regioni, sono state adottate le Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità, redatte dal Tavolo di lavoro istituito presso il Ministero della Salute che ha coordinato i lavori coinvolgendo numerosi professionisti del settore. Tale documento fornisce elementi di policy di sistema e di indirizzo sulle azioni necessarie per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità, in particolare quella infantile. L’obiettivo, in linea con il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025, è ridurre le disuguaglianze di genere e sociali nella prevenzione e gestione dell’obesità, evitando interventi frammentari e fornendo strumenti omogenei a operatori e decisori, pur rispettando l’autonomia regionale. Il PNP evidenzia che l’obesità, soprattutto infantile, è una sfida sanitaria rilevante, associata a malattie gravi come diabete, ipertensione e problemi cardiovascolari, con impatti negativi sulla qualità e durata della vita. Oltre all’aspetto più propriamente nutrizionale, è importante sottolineare il contributo dell’educazione all’alimentazione consapevole anche in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Nell’enciclica Laudato si’, Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di un’alimentazione buona e sostenibile, criticando la “cultura dello scarto” e valorizzando i sistemi agricoli tradizionali, meno inquinanti e più efficienti. Ha evidenziato la necessità di un’agricoltura ecologicamente equilibrata e di un’educazione alla responsabilità ambientale, invitando a un uso consapevole anche degli organismi geneticamente modificati, i cui rischi dipendono dall’applicazione. Il 7 maggio 2025, la Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge 741, intitolata “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”, con 155 voti favorevoli e 103 astenuti. Questo provvedimento riconosce ufficialmente l’obesità come una malattia cronica, progressiva e recidivante, e la inserisce nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), garantendo così l’accesso alle cure attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) La proposta di legge mira a introdurre l’insegnamento di “Educazione Alimentare, Stili di Vita Sani e Sostenibilità Ambientale” non solo nelle scuole obbligatorie, ma anche nelle scuole materne, nei corsi universitari scientifici e tecnici (come Medicina, Veterinaria, Agraria, Biologia, Farmacia) e in tutti i percorsi professionalizzanti legati alla produzione e somministrazione di alimenti e bevande. Nell’insegnamento, non debbono essere trascurate le peculiarità della produzione alimentare del nostro Paese, attraverso programmi che possano contribuire a dare concreta opportunità di conoscenza e sviluppo locali. Inoltre, tale insegnamento non può che trovare aderenza anche nelle Scuole ed Accademie Militari e nelle scuole di ogni ordine e grado delle Forze Armate e Arma dei Carabinieri, ovvero, nel comparto Difesa e Sicurezza in senso lato (Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Guardia di Finanza) e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. In particolare, l’Arma dei Carabinieri con il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari e le sue articolazioni, il Comando Tutela Salute ed il Corpo della Capitaneria di Porto/Guardia Costiera possono contribuire a diffondere la cultura dell’Educazione Alimentare, Ambientale e agli Stili di vita sani sia all’interno del Comparto Difesa che nelle scuole pubbliche e paritarie di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione e formazione di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62. La sanità pubblica e Militare devono investire in prevenzione e formare medici, veterinari, biologi ed altri professionisti sanitari specializzati nella prevenzione, limitando l’intervento con la terapia farmacologica solo quando è strettamente necessario in presenza di patologie specifiche gravi. In Italia, le malattie croniche degenerative sono tra le principali cause di ricovero ospedaliero. Dati rilevanti includono: circa 600.000 persone con scompenso cardiaco, spesso ricoverate; circa 4 milioni affetti da malattia renale cronica e altrettanti da diabete di tipo 2, entrambe condizioni che frequentemente richiedono ospedalizzazioni per complicanze. In Italia, le malattie croniche degenerative rappresentano una grande sfida sanitaria ed economica, con una spesa diretta annua superiore a 65 miliardi di euro, prevista in crescita fino a 70,7 miliardi entro il 2028. Tra le principali patologie, le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari costano circa 16 miliardi, più 5 miliardi di costi indiretti. Lo scompenso cardiaco, molto diffuso negli over 65, pesa per oltre 2,1 miliardi, soprattutto per ricoveri. Il diabete di tipo 2, con 3,7 milioni di casi, causa oltre 24.000 morti annue. La malattia renale cronica interessa il 7% della popolazione, con una spesa di 4 miliardi, e nuovi trattamenti rallentano la progressione e riducono la mortalità. L’insegnamento dell’educazione alimentare, degli stili di vita sani e della sostenibilità ambientale nelle scuole rappresenta un investimento strategico per la salute pubblica. In un contesto di invecchiamento della popolazione e aumento delle malattie croniche, promuovere corrette abitudini fin dall’infanzia permette di prevenire i principali fattori di rischio, migliorare la qualità della vita e ridurre i costi sanitari. Questo approccio supporta la transizione verso un modello sanitario più preventivo, integrato e sostenibile, valorizzando la diagnosi precoce, l’innovazione terapeutica e la responsabilizzazione dei cittadini. Integrare l’educazione alimentare, ambientale e salutare nei percorsi scolastici contribuisce attivamente alla tutela del patrimonio agroalimentare italiano. Promuove la conoscenza dei prodotti tipici e di qualità, valorizzando la stagionalità, la filiera corta e le produzioni tradizionali, contrastando l’omologazione e l’“italian sounding”, tutela l’agricoltura e l’agroalimentare italiano. Sostiene l’agricoltura sostenibile e locale, rafforza il legame tra cittadini e territorio, difende le tradizioni alimentari e culturali, e forma consumatori responsabili e consapevoli. Inoltre, favorisce sinergie tra scuola, imprese e comunità, creando un circuito virtuoso tra educazione, cultura e economia agricola. Integrare in modo strutturale educazione alimentare, salute e sostenibilità ambientale nei percorsi scolastici è fondamentale per realizzare sia gli obiettivi globali dell’Agenda 2030 sia quelli europei del Farm to Fork. Si tratta di un investimento culturale e civile che costruisce cittadini più consapevoli e un futuro più sostenibile. L’iniziativa può ridurre significativamente i costi sanitari e ambientali grazie a:

Prevenzione di malattie croniche, con risparmi futuri sulla spesa sanitaria.

Diminuzione di sovrappeso e obesità, che gravano molto sul sistema sanitario.

Miglioramenti cognitivi, sociali e nel rendimento scolastico degli studenti.

Promozione della sostenibilità, riducendo sprechi e impatti ambientali.

Effetto moltiplicatore sociale, con studenti che diffondono questi valori anche in famiglia.

Educare bambini e giovani a gestire consapevolmente la propria alimentazione significa promuovere scelte orientate alla salute, al rispetto dell’ambiente, della biodiversità e dei principi etici della filiera alimentare. L’insegnamento dell’“Educazione Alimentare, agli Stili di Vita Sani e alla Sostenibilità Ambientale” rappresenta un investimento culturale che, oltre a migliorare la salute pubblica e ridurre i costi sanitari, sostiene l’agricoltura locale e il made in Italy. Il consumo di cibo sano e sostenibile può generare occupazione nel settore primario e nelle attività di trasformazione, valorizzando la qualità, la sicurezza e il gusto dei prodotti italiani. L’educazione alimentare e alla sostenibilità nelle scuole non solo migliora la salute e i comportamenti individuali, ma può anche contribuire allo sviluppo socio-economico dei territori e alla democratizzazione dell’accesso al cibo sano e di qualità, promuovendo equità sociale, inclusione e coesione, è un investimento strategico efficace e lungimirante per la salute pubblica, l’ambiente e l’economia del nostro paese. Pertanto, la proposta di legge, all’articolo 1 istituisce l’insegnamento della materia “Educazione Alimentare, agli Stili di Vita Sani e alla Sostenibilità Ambientale” a partire dal prossimo anno scolastico, assicurando la diffusione di tale materia anche a livello universitario e nelle scuole militari. L’articolo 2 reca un complesso di finalità dell’insegnamento, tra cui la promozione di stili di vita salutari, di una buona alimentazione e dell’attività fisica, nonché dell’importanza di contrastare i disturbi alimentari. Si prevede inoltre un decreto attuativo del Ministero dell’istruzione, che può avvalersi tra l’altro dell’apporto dell'Arma dei carabinieri per perseguire gli obiettivi previsti dalla legge. L’articolo 4 reca quindi misure fondamentali correlate al necessario apporto delle famiglie nella sensibilizzazione dei più giovani su tali delicati argomenti, mentre gli artt. 5 e 6 intervengono in materia di valorizzazione delle buone pratiche da parte del Ministero e prevedono una relazione biennale alle Camere. Tra le disposizioni finali, si segnala l’importanza assunta dalla cooperazione tra il MIM e le Forze armate e di polizia, ai fini dell’implementazione nelle Accademie e nelle relative scuole del programma di insegnamento della materia di «educazione alimentare, ambientale e agli stili di vita sani». Infine, l’articolo 9 regola l’invarianza finanziaria per quanto concerne l’introduzione dell’insegnamento e provvede agli oneri relativi alle attività promozionali della cultura e delle azioni di prevenzione previste dalla legge. Si prevede altresì che le amministrazioni competenti possono destinare risorse a loro disposizione ad attività di promozione e divulgazione dei temi dell'educazione alimentare, agli stili di vita sani e alla sostenibilità ambientale, nonché per convenzioni con strutture sportive e ricettive fornite di centri benessere e con strutture sanitarie, anche private, con l'obiettivo di contribuire alla prevenzione di patologie cronico-degenerative. Introduzione dell’insegnamento dell’Educazione Alimentare, agli Stili di Vita Sani e alla Sostenibilità Ambientale e nelle scuole, enti di istruzione e formazione di Forze Armate, Forze di Polizia e di pubblico soccorso Art. 1.

(Oggetto)

  1. A decorrere dall'anno scolastico 2025/2026 è introdotto nella scuola dell'infanzia, nella scuola primaria, nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria di secondo grado l'insegnamento della materia “Educazione Alimentare, agli Stili di Vita Sani e alla Sostenibilità Ambientale”.
  2. Il Ministero dell’Università e della Ricerca, con proprio decreto, assicura la diffusione in ambito universitario dell’insegnamento di materia analoga a quella cui al comma 1.
  3. Alla materia di insegnamento di cui al comma 1 sono destinate centoventi ore nel corso dell'anno scolastico o accademico, con una frequenza minima di tre ore settimanali.
  4. Fermo restando quanto disposto ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera c), è data priorità ai docenti abilitati all’insegnamento di cui alle classi di concorso A-31 e A-50.
  5. L'insegnamento della materia di cui alla presente legge è introdotto altresì nelle scuole e nelle accademie militari delle Forze armate, nonché nelle scuole e negli enti di istruzione e formazione del comparto sicurezza.
  6. L'Arma dei carabinieri, in ragione delle prerogative e della competenza in materia di sicurezza, di sanità, igiene, sofisticazioni alimentari e tutela della qualità agroalimentare, fornisce il proprio qualificato contributo nelle attività di formazione di cui alla presente legge. Art. 2.

(Finalità dell'insegnamento)

  1. L'insegnamento della materia di cui alla presente legge è organizzato attraverso un programma multidisciplinare teso a perseguire i seguenti obiettivi prioritari: a) promuovere la salute e gli stili di vita salutari, diffondendo la conoscenza dei fattori determinanti della salute e dei comportamenti richiesti per mantenere e migliorare la salute e il benessere fisico e mentale; b) promuovere la consapevolezza dell'importanza dell'educazione Sportiva per la salute e incoraggiare gli studenti a praticare regolarmente esercizio fisico come parte di uno stile di vita sano, anche ai fini di una corretta gestione del peso corporeo; c) insegnare l'importanza dell'alimentazione per la salute e l'impatto positivo di una dieta equilibrata sulla salute cardiovascolare, la riduzione del rischio di obesità, diabete e altre malattie croniche, nonché l’importanza di contrastare disturbi alimentari quali bulimia, anoressia, alimentazione incontrollata; d) insegnare le basi della nutrizione, inclusi i macro e i micro nutrienti, nonché le fonti dei nutrienti nei vari alimenti che formano i pasti nella dieta di uso comune, con attenzione alla conoscenza specifica delle allergie alimentari; e) promuovere la conoscenza di scelte alimentari salutari, quali, a titolo d’esempio, integrare frutta e verdura nella dieta, consumare un’adeguata prima colazione, privilegiare grassi sani, saper valutare correttamente le porzioni in rapporto alle caratteristiche nutritive; f) promuovere la corretta interpretazione delle etichette alimentari, per valutare il contenuto e il profilo nutrizionale degli alimenti, riconoscere i prodotti di qualità certificata (biologici, DOC, DOCG, DOP, IGT, IGP, STG), identificare l'origine e la provenienza dei prodotti, anche mediante specifiche iniziative di sensibilizzazione sulla tracciabilità degli alimenti, riconoscere gli ingredienti cui bisogna prestare particolare attenzione in caso di uso eccessivo (eccesso di sale, zucchero e grassi saturi, additivi non strettamente necessari), prevenire le frodi alimentari e diffondere la cultura della legalità, anche mediante l’educazione all'individuazione dei prodotti italiani di qualità all'estero e alla prevenzione e al contrasto delle contraffazioni (c.d. “italian sounding”); g) insegnare a identificare e utilizzare correttamente i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari (MOCA) nel rispetto della normativa europea e nazionale; h) promuovere la consapevolezza dei cibi e delle bevande che, se consumati in eccesso, comportano effetti negativi sulla salute, aiutando a esercitare il pensiero critico di fronte alle tendenze e alla pressione pubblicitaria dei media. i) promuovere la conoscenza del patrimonio enogastronomico e culinario, delle tradizioni alimentari e delle basi della dieta mediterranea, dei prodotti tradizionali e di qualità, sottolineando l'importanza di preservare gli aspetti positivi delle diverse culture e adottare scelte alimentari sane, equilibrate e di gusto; l) promuovere la consapevolezza della sostenibilità alimentare e l'importanza della scelta di alimenti prodotti in modo sostenibile, nel rispetto dei lavoratori, dell'ambiente, degli animali. m) sensibilizzare al buon uso dei prodotti alimentari e ai sistemi ottimali di conservazione e d'imballaggio al fine di ridurre lo spreco alimentare e l'inquinamento; n) promuovere il consumo di alimenti freschi prodotti localmente e di stagione, privilegiando prodotti autoctoni a tutela della biodiversità, le filiere di produzione corte o acquistando direttamente dal produttore, al fine di sostenere il reddito dell'agricoltore custode; o) sensibilizzare sulle tematiche dei rifiuti solidi urbani, sulla riduzione delle emissioni di CO2, sulla green economy, sull'economia circolare, sulla sostenibilità ambientale e sul risparmio energetico; p) promuovere la conoscenza delle norme igieniche che sono alla base della sicurezza alimentare, al fine di ridurre i rischi di tossinfezioni alimentari, incentivando corrette pratiche di conservazione e preparazione degli alimenti, anche a livello domestico; q) promuovere attività ed esperienze finalizzate al rappropriarsi dell’uso consapevole dei sensi come strumento per effettuare scelte alimentari consapevoli, sicure e salutari; r) promuovere la conoscenza delle più importanti filiere agroalimentari, anche ai fini di restituire dignità al cibo e a chi lo produce e di responsabilizzare il consumatore nelle scelte di consumo, prevenendo e riducendo al minimo gli sprechi alimentari. Art. 3.

(Disposizioni programmatiche)

  1. Il Ministro dell'istruzione e del merito, sentiti il Ministro della salute, il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il Ministro della difesa, il Ministro degli interni, il Ministro della giustizia e il Ministro delle imprese e del made in Italy, con proprio decreto, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge: a) adegua il contenuto dei programmi di insegnamento delle classi di concorso A-31 e A-50 alle disposizioni di cui alla presente legge, anche con riferimento alle linee guida didattiche e pedagogiche e ai documenti di orientamento o di base per i vari temi di insegnamento, con particolare riguardo agli obiettivi di cui all'articolo 2; b) stabilisce le modalità pratiche per l'organizzazione e lo svolgimento dei programmi di insegnamento delle scuole del sistema nazionale di istruzione e formazione di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, attuando strategie che favoriscano la partecipazione attiva degli studenti e facendo in modo che il lavoro in classe sia integrato con attività di laboratorio e con attività esterne che possono essere organizzate in collaborazione con enti locali, aziende, associazioni, con altre scuole e istituti universitari; c) identifica, in caso di comprovata carenza dei docenti abilitati alle classi A-31 e A-50 rispetto alle esigenze educative rilevate, ulteriori classi dei docenti o esperti di altri enti pubblici aventi le competenze tecniche e scientifiche atte a garantire l'insegnamento e il perseguimento degli obiettivi di cui all'articolo 2; d) si avvale del qualificato apporto dell'Arma dei carabinieri e delle sue articolazioni per perseguire gli obiettivi di cui agli articoli 1 e 2. Art. 4.

(Scuola e famiglia)

  1. Al fine di valorizzare l'insegnamento di cui alla presente legge e di sensibilizzare gli studenti all'alimentazione responsabile, all’adozione di sani stili di vita e diffondere la cultura della sostenibilità Ambientale, la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie, a tal fine integrando ove ritenuto necessario il Patto educativo di corresponsabilità previsto dall'articolo 5-bis del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249. Art. 5.

(Valorizzazione delle buone pratiche)

  1. Il Ministero dell'istruzione e del merito istituisce un registro delle buone pratiche di “Educazione Alimentare, agli Stili di Vita Sani e alla Sostenibilità Ambientale”.
  2. Nel registro di cui al comma 1 sono raccolte le buone pratiche adottate dalle istituzioni scolastiche, nonché gli accordi e i protocolli sottoscritti dal Ministero dell'istruzione e del merito, dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e dal Ministero per la salute, ai fini dell'attuazione delle tematiche relative all’Educazione Alimentare, Ambientale e agli Stili di vita sani, al fine di condividere e diffondere soluzioni organizzative ed esperienze di eccellenza. Art. 6.

(Relazione alle Camere)

  1. Il Ministro dell'istruzione e del merito, sentiti il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il Ministro della salute e il Ministro per lo sport e i giovani, presenta alle Camere, con cadenza biennale, una relazione sull'attuazione della presente legge. Art. 7.

(Altre disposizioni)

  1. Il Ministro dell'istruzione e del merito, di concerto con il Ministro della difesa, il Ministro della giustizia, il Ministro degli interni e il Ministro dell'economia e delle finanze, definisce il programma di insegnamento della materia di «Educazione Alimentare, agli Stili di Vita Sani e alla Sostenibilità Ambientale» organizzato nelle Accademie militari, nelle scuole delle Forze armate e di polizia, tenendo conto delle particolari esigenze del personale addetto alla difesa e alla pubblica sicurezza.
  2. L'Arma dei carabinieri, se richiesto, può fornire il proprio qualificato apporto formativo in linea con quanto stabilito negli articoli 1 e 2. Art. 8.

(Clausola di salvaguardia)

  1. Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione. Art. 9.

(Disposizioni finanziarie)

  1. L'introduzione del programma di insegnamento di cui alla presente legge della materia di «Educazione Alimentare, agli Stili di Vita Sani e alla Sostenibilità Ambientale» non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Ai fini dell'introduzione del programma di insegnamento, fermo restando il limite stabilito a legislazione vigente, il monte ore complessivo dei percorsi formativi e didattici è conseguentemente rimodulato.
  2. Fermo restando quanto previsto al comma 1 del presente articolo, le attività promozionali della cultura e delle azioni di prevenzione di cui alla presente legge, con particolare riferimento alle finalità di cui agli articoli 4 e 5, ricadono nell’ambito del finanziamento di cui all'articolo 11, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
  3. Le amministrazioni competenti possono destinare ulteriori fondi, nell’ambito dei propri bilanci, nell’ambito delle risorse già stanziate e a loro disposizione, ad attività extrascolastiche e lavorative di promozione e divulgazione dei temi “Educazione Alimentare, agli Stili di Vita Sani e alla Sostenibilità Ambientale”, nonché a convenzioni con strutture sportive e ricettive fornite di centri benessere e a strutture sanitarie, anche private, con l'obiettivo di contribuire alla prevenzione di patologie cronico-degenerative.