Appendice¶
Cos'è il Codice dell'amministrazione digitale¶
È un testo normativo, Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n.82 s.m.i., che raccoglie un insieme di disposizioni che hanno l'obiettivo di fornire "regole" in ambito digitale, per attuare concretamente la digitalizzazione della pubblica amministrazione, favorendo la riduzione della burocrazia, semplificando il dialogo tra questa ed i cittadini e le imprese, accorciando i tempi di lavorazione delle pratiche, riducendo le spese di funzionamento della pubblica amministrazione, anche tramite il ridimensionamento degli spazi necessari per l'archiviazione del patrimonio informativo dell‘amministrazione stessa.
Il perseguimento e la realizzazione di questi obiettivi consentono di ottenere vantaggi concreti: l'eliminazione dei certificati (attraverso la trasmissione dei documenti tra le amministrazioni e la condivisione delle basi dati pubbliche), lo scambio di comunicazioni esclusivamente tramite la posta elettronica, la conservazione digitale dei documenti, lo svolgimento di procedimenti pubblici e quindi l'erogazione dei servizi a cittadini ed imprese in forma digitale.
Il CAD, quindi, è uno strumento fondamentale attraverso il quale assicurare e regolare la disponibilità, la gestione, l'accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell'informazione in modalità digitale utilizzando con le modalità più appropriate le tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni sia all'interno della pubblica amministrazione sia nei rapporti tra amministrazione e i cittadini e le imprese.
Nel corso di questi ultimi anni diversi interventi di modifica al CAD hanno evidenziato, in modo
ancor più marcato che in passato, la volontà di garantire ai cittadini e alle imprese, attraverso
l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, il diritto di accedere a tutti i
dati, i documenti e i servizi di loro interesse in modalità digitale, nonché di garantire la
semplificazione nell'accesso ai servizi digitali.
Non a caso nel 2017, sotto la denominazione di "Carta della cittadinanza digitale", nella prima
parte del CAD, è stato concentrato un insieme di disposizioni volte ad attribuire a cittadini ed
imprese il diritto a una identità e a un domicilio digitale, quello alla fruizione dei servizi pubblici
online in maniera semplice che tenga conto della sempre maggiore diffusione di strumenti mobili
come smartphone o tablet, quello a partecipare ad un procedimento amministrativo per via
elettronica e quello ad effettuare pagamenti online.
Proseguendo in questo percorso il legislatore ha introdotto (con il c.d. "Decreto Semplificazioni")1 ulteriori modifiche al CAD che hanno previsto un'implementazione rapida per l'erogazione di servizi digitali, nonché la possibilità di fruirne tramite smartphone attraverso un punto di accesso unico denominato App IO. Esso è costituito da un'applicazione che rappresenta l'unico punto di accesso, attivato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri2, per interagire in modo semplice e sicuro con i servizi pubblici locali e nazionali. Si può scaricare sullo smartphone sia da APP store che da Play store e si accede tramite SPID o CIE. In App IO si possono ricevere le comunicazioni dalle pubbliche amministrazioni, associando la propria carta di credito si possono gestire i pagamenti di servizi o tributi tramite la piattaforma pagoPA. Impostando le preferenze si può decidere quali servizi tenere attivi e quali disattivare e se ricevere i messaggi via mail, dentro l'app o tramite le notifiche push del telefono.
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Decreto-Legge 76/2020, convertito con modificazioni dalla Legge 120/2020. Ulteriori aggiornamenti normativi sono stati apportati da:
- Legge di bilancio 178/2020, comma 622, che prevede un'indennità ai gestori di identità digitali in deroga a quanto previsto dal comma 2-decies dell'articolo 64 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al D. Lgs. 7 marzo 2005, n. 82;
- Decreto legge 183/2020 (Decreto milleproroghe convertito in legge), art. 14, che prevede una proroga dei termini del 28 febbraio 2021 e del 30 settembre 2021 relativi all'accesso ai servizi in rete con credenziali diverse da Spid, CIE o CNS - previsti dall'articolo 24, comma 4, del Decreto-Legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla Legge 11 settembre 2020, n. 120 - solo per gli uffici all'estero del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;
- Decreto Legge 77/2021 convertito in Legge 108/2021;
- Decreto Legge 121/2021 convertito in Legge 156/2021;
- Decreto Legge 152/2021 convertito in Legge 233/2021. ↩ -
Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n.82 s.m.i., art. 64-bis. ↩